Per la quinta volta negli ultimi sei anni l'Italia affronta l'Irlanda nel test premondiale che precede la diramazione della lista dei 23, al Craven Cottage di Londra. Prandelli ha provato come già ampiamente preannunciato un 4-4-2 con la mediana a rombo con i seguenti effettivi: Sirigu; Darmian, Paletta, Bonucci, De Sciglio; Motta, Montolivo, Marchisio, Verratti; Immobile; Rossi. L'Irlanda di Martin O'Neil risponde con il 4-2-3-1 con i seguenti effettivi: Forde; Coleman, O'Shea, Pearce; Ward; Meyler, Hendrick; Pilkington, Hoolahan; McGeady; Long. L'Italia parte con il piglio giusto, con Verratti sugli scudi a illuminare, e confeziona la prima occasione del match con Marchisio, che imbeccato dallo stesso Verratti, impegna Forde con un tiro forte da fuori area. All'ottavo minuto però arriva la prima brutta notizia. Montolivo in uno scontro di gioco fortuito con Alex Pearce si fa male, probabilmente si tratta di frattura e finisce li la sua partita e probabilmente il suo mondiale. Al suo posto entra Aquilani. L'Irlanda sale di ritmo e anche grazie ad un ottimo Pilkington mette in difficoltà l'Italia a più riprese, con Sirigu che si fa trovare pronto sempre superandosi sulla conclusione a botta sicura di Meyler e sul colpo di testa di Long. L'Italia appare in difficoltà, gli attaccanti non incidono, il centrocampo è fuori fase, la difesa appare ballerina e come se non bastasse anche Aquilani deve arrendersi a causa di una botta fortuita rimediata contro la testa di Ward. Entra Parolo. Alla fine del primo tempo le note positive arrivano da Sirigu(il che buono ma fino a un certo punto) da Darmian che ha fatto benissimo le due fasi e da un Verratti ispirato. Nella ripresa è ancora l'Irlanda a fare la partita, anche grazie all'ottima assistenza degli azzurri, con Motta che regala un pallone a Long, che costringe ancora una volta Sirigu a fare gli straordinari. Dopo un gol giustamente annullato per fuorigioco ad Immobile, che ha ribadito in rete un tirocross di Parolo, Prandelli decide di cambiare qualcosa non per forza maggiore, entrano Cassano e De Rossi al posto di un volitivo ma poco incisivo Immobile e di un impacciato Motta. La presenza di Cassano da alla squadra azzurra la qualità che serve negli ultimi metri e gli azzurri tornano vicini alla porta difesa da Forde, prima con un colpo di testa di Bonucci alto sugli sviluppi di un corner, poi con Marchisio imbeccato in area da Cassano che però calcia debolmente. Anche l'Irlanda decide di cambiare qualcosa ed entrano in ordine McClean, Quinn e Cox al posto dell'ottimo Pilkington, di Hoolahan e di Shane Long. La partita regala gli ultimi due sussulti, uno per parte. Il primo è per gli azzurri, con un tiro di Parolo finito sull'esterno, l'altro per gli irlandesi davvero clamoroso con Quinn che a botta sicura centra la traversa interna, con Sirigu chiamato all'ennesimo prodigio su McGeady poco dopo. Prandelli regala minuti anche ad Abate a posto dell'ottimo Darmian e la partita si avvia alla sua conclusione avvenuta al quarantottesimo. Le amichevoli premondiale hanno sempre un valore relativo, in cui a contare in via principale sono le indicazioni fornite dai singoli piuttosto che il risultato. A onor del vero le note positive sono state pochissime, maggiori sono state quelle negative. A completare il quadro l'infortunio grave di Montolivo, che piaccia o no una delle certezze di Prandelli e della nazionale, e quello di Aquilani, che sembra meno grave. La diramazione della lista si avvicina sempre di più e Prandelli dovrà decidere anche in base agli elementi buoni(pochi) e meno buoni(tanti) forniti da questo match.
PROMOSSI
Darmian: per il terzino del Torino, al debutto assoluto, una prova da incorniciare. Si propone con decisione e personalità in attacco e si fa sentire molto in difesa, cavandosela molto bene nelle diagonali con tempistiche da difensore centrale. Se Prandelli voleva delle risposte da lui, ha avuto le migliori possibili.
Verratti: ha fatto discutere tantissimo perché a volerlo in nazionale sono tantissimi e dopo stasera si è capito ancora di più il perché. Personalità, fantasia, visione di gioco, senza mai trascurare la sostanza. L'infortunio di Montolivo potrebbe spianargli ulteriormente la strada verso un mondiale per cui il giovane pescarese ha sempre lottato e che sta dimostrando di meritare.
Cassano: tirato a lucido, in forma, all'ultima chiamata per un sogno mondiale, è tornato a vestire la maglia azzurra dopo due anni facendo quello che faceva ai tempi del primo ciclo di Prandelli, ovvero garantire qualità negli ultimi metri del campo. Una qualità che a questa nazionale serve e che a questa nazionale è mancata. Lasciarlo a casa sarebbe una di quelle cose di cui ci si potrebbe pentire.
Sirigu: migliore in campo. Non è necessariamente una buona notizia ripeto, se non altro sappiamo che il nostro secondo portiere è in forma e che per ogni evenienza(che non ci auguriamo) si farà trovare pronto.
BOCCIATI
Paletta: non è in forma e si vede. Impacciato, goffo, confuso, il contrario del difensore ammirato a Parma, che era disinvolto, deciso e lucido. Perde troppi palloni e soffre la velocità di manovra degli irlandesi. Deve rientrare in forma il prima possibile. Sempre se avrà il tempo di farlo.
Thiago Motta: come sempre una medaglia a due facce. Oggi è uscita quella brutta. Lento coi piedi(e non è una novità) ma anche con la testa(e questo è un po' più grave). Sbaglia palloni non da lui, non da sostanza e consente agli irlandesi di scavalcare agevolmente il centrocampo. E' apparso in difficoltà tecnica e fisica e se il giocatore che dovrebbe andare in Brasile fosse parente di quello visto stasera, sicuramente non ci sarebbe da star tranquilli.
De Sciglio: confuso e felice in fase offensiva, confuso e basta in fase difensiva. Il giovane che avevamo ammirato lo scorso anno, quest'anno si è visto pochissimo, forse la pressione delle aspettative su di lui createsi sta venendo fuori. Se vuole rendersi utile al mondiale deve svoltare su un altro atteggiamento mentale.
RIMANDATI
Immobile: si impegna ma appare con le polveri bagnate. Corre, sgomita, si fa vedere per quel che può ma non è dentro la partita e si vede. Prandelli lo sostituisce con Cassano. Può fare nettamente meglio.
Rossi: inconsistente e impalpabile, ma tenendo conto del fatto che è appena rientrato da un infortunio grave, essere troppo severi è ingiusto. Prandelli gli concede saggiamente minutaggio nelle gambe prima di far entrare Cerci. Ha voluto questo mondiale con tutte le sue forze, se lo merita assolutamente ma non sarà una scelta facile.
sabato 31 maggio 2014
LE SQUADRE-Olanda, il vecchio e il nuovo
Per uno strano scherzo del destino le due finaliste della passata edizione si incrociano subito nel girone eliminatorio, un fatto mai accaduto nella storia dei mondiali. Rispetto a quattro anni fa le cose sono nettamente cambiate, a onor del vero già l'Europeo di due anni fa aveva denotato una nettissima involuzione, portando al cambio in panchina tra Van Marwijk e Van Gaal, che dopo il disastro del 2000-2001 si è riscattato alla grande in un girone in cui l'Olanda ha demolito la concorrenza vincendo 9 partite e pareggiandone una sola, segnando 34 gol e subendone solamente 5. L'Olanda si presenta rispetto agli scorsi mondiali ma anche agli scorsi europei in veste rinnovata, con tanti nuovi giovani(principalmente provenienti dall'Under 21 che ha affrontato l'europeo di categoria lo scorso anno) che implementano la rosa, specie nel reparto difensivo, completamente rinnovato.
Portieri: Krul, Vorm, Cilliesen
Difensori: Janmaat, Verhaegh, Martins Indi, De Vrij, Vlaar, Veltman, Kongolo, Blind
Centrocampisti: De Guzman, Clasie, Sneijder, De Jong, Wijnaldum, Fer
Attaccanti: Kuyt, Lens, Robben, Huntelaar, Van Persie(c), Depay
In porta Stekelenburg, in principio titolare, paga la stagione sfortunata e disastrosa con il Fulham, a giocarsi la porta saranno dunque Krul e Vorm, con Cilliesen dell'Ajax che vince la sfida tra portieri dell'Eredivisie con Zoet. La difesa, come ampiamente si è visto già nelle qualificazioni è totalmente rivoluzionata. L'unico confermato rispetto a Euro 2012 è Vlaar e non c'è nessun reduce della finale dei Mondiali. Domina il blocco Feyenoord con ben quattro giocatori su otto, ovvero Janmaat, e i giovani Kongolo, Martins Indi e De Vrij( gli ultimi due titolari nell'Under 21 l'anno scorso). A completare il quadro Verhaegh, terzino destro capitano dell'Augusta e altri due giovani militanti nell'Ajax, ovvero Daley Blind(anche lui proveniente dall'Under 21) e Veltman. A centrocampo messe in conto le defezioni di Strootman e quella più recente di Van der Vaart, il c.t. ha assemblato un centrocampo che unisce giocatori esperti a nuove leve. L'esperienza è garantita da De Jong e da Wesley Sneijder, protagonista dello scorso mondiale che avrà il compito di orchestrare la squadra. La freschezza è data dalla qualità di Clasie e Wijnaldum e dalla sostanza di Fer, incursore, che avrà il compito di provare a dare la sostanza che avrebbe dato Strootman con la sua presenza. A completare il gruppo Jonathan De Guzman, che ha una grande occasione di mettersi in mostra a livello internazionale. In attacco viene confermato lo zoccolo duro degli ultimi anni composto da Kuyt, Van Persie, Robben e Huntelaar. A completare il reparto Jeremain Lens, presente in pianta stabile durante le qualificazioni e la giovane ala del PSV Depay(anch'egli facente parte dell'Under 21) dotata di un calcio esplosivo e di un ottimo spunto. Van Gaal (che lascerà la nazionale ad Hiddink dopo il mondiale)ha confermato dunque il trend seguito dal suo insediamento, implementando allo zoccolo duro i giovani prospetti della nazionale. Ben 7 i giocatori che facevano parte dello scorso ciclo dell'Under 21, a cui si aggiungono Veltman e Kongolo che di quel ciclo non facevano parte. Una cosa di cui Van Gaal, allenatore senza dubbio vincente ma abbastanza divisivo e controverso, non ha mai peccato è l'insicurezza. Qualunque scelta abbia fatto l'ha sempre fatta in sicurezza, convinto che fosse la scelta giusta. Ha avuto ragione quando ha vinto e quando ha avuto torto lo si è notato perché i tonfi sono stati rumorosi. Se avrà ragione(ovvero arriverà quantomeno agli ottavi dove potrebbe incrociare il Brasile e da li è tutto guadagnato) o torto, lo dirà il campo, specie le due sfide contro Cile e Australia, che daranno una misura della consistenza della selezione Oranje.
LE SQUADRE-Spagna, scatta ufficialmente la difesa al titolo
Il termine ultimo per consegnare le convocazioni è previsto per il 2 giugno, ma c'è già chi, come Inghilterra, Brasile e Belgio per citare le più mainstream ha già consegnato la lista dei 23. A questo gruppo si è aggiunta oggi la Spagna, detentrice della Coppa del Mondo, che ha diramato la lista dei 23 scelti da Del Bosque per la difesa del titolo mondiale. Le Furie Rosse sono impegnate in un girone tutt'altro che semplice che li vede di fronte ai vice-campioni del mondo dell'Olanda, al rampante Cile di Vidal e Sanchez e all'Australia, tutt'altro che una squadra fenomenale, ma non la peggiore in assoluto. Ecco qui sotto i nomi
Portieri: Casillas(c), Reina, De Gea
Difensori; Sergio Ramos, Piquè, Raul Albiol, Javi Martinez, Jordi Alba, Azpilicueta, Juanfran
Centrocampisti: Koke, Xavi, Xabi Alonso, Iniesta, Busquets, Fabregas, Cazorla, Pedro, Mata, Silva
Attaccanti: Torres, Villa, Diego Costa
Nei limiti del possibile Del Bosque ha di fatto confermato il gruppo che ha vinto il mondiale. Le modifiche fatte alla rosa che vinse quattro anni fa sono per la maggior parte di natura fisiologica. In porta De Gea ha preso il posto dell'infortunato Victor Valdes. In difesa sono arrivate le maggiori novità(sempre inteso rispetto al 2010, perché novità tendenzialmente non sono). Jordi Alba ha ereditato la fascia da Capdevila già da un bel pezzo, il posto che fu di Marchena viene in senso strettamente numerico preso da Azpilicueta, mentre a completare il quadro dei terzini è Juanfran, che vince il ballottaggio con Carvajal, per prendere il posto che fu di Arbeloa, la cui esclusione è l'unica certamente ascrivibile ad una scelta tecnica. Il posto di Puyol è stato preso da Javi Martinez che cambia ruolo d'elezione, liberando un posto a centrocampo, il reparto più affollato con ben 10 giocatori, la cui grande maggioranza funge comunque da elementi offensivi. Confermati tutti i campioni del mondo in carica ad eccezione dell'infortunato Navas, il cui posto è stato preso da Koke(anche se non penso che il ballottaggio fosse proprio quello) e di Cazorla, che al Mondiale di quattro anni fa non partecipò solo perché infortunato. Infortunato lo è anche Thiago Alcantara che probabilmente sarebbe stato convocato In attacco restano solamente tre posti, occupati da Torres, Villa e Diego Costa, che nonostante i guai fisici è riuscito comunque ad ottenere un posto nei 23 a scapito di Negredo(ottimo inizio di stagione con calo finale) e di Llorente(grande stagione in un campionato nuovo ma non è bastata). La presenza di Villa e soprattutto di Torres(in parabola nettamente discendente dalla stagione 2010/2011) conferma la scelta di Del Bosque di voler puntare ad oggi sul gruppo che ha fatto grande la Spagna portandola sul tetto del mondo e stabilizzandola su quello Europeo. Gli esclusi eccellenti sono talmente tanti che se la Spagna fa una seconda selezione e la manda al Mondiale, quella sarebbe una possibile semifinalista il cui appetito verrebbe mangiando. Tenendo conto dei fattori sia tecnici, che ambientali, che istituzionali ha fatto una scelta giusta.
Portieri: Casillas(c), Reina, De Gea
Difensori; Sergio Ramos, Piquè, Raul Albiol, Javi Martinez, Jordi Alba, Azpilicueta, Juanfran
Centrocampisti: Koke, Xavi, Xabi Alonso, Iniesta, Busquets, Fabregas, Cazorla, Pedro, Mata, Silva
Attaccanti: Torres, Villa, Diego Costa
Nei limiti del possibile Del Bosque ha di fatto confermato il gruppo che ha vinto il mondiale. Le modifiche fatte alla rosa che vinse quattro anni fa sono per la maggior parte di natura fisiologica. In porta De Gea ha preso il posto dell'infortunato Victor Valdes. In difesa sono arrivate le maggiori novità(sempre inteso rispetto al 2010, perché novità tendenzialmente non sono). Jordi Alba ha ereditato la fascia da Capdevila già da un bel pezzo, il posto che fu di Marchena viene in senso strettamente numerico preso da Azpilicueta, mentre a completare il quadro dei terzini è Juanfran, che vince il ballottaggio con Carvajal, per prendere il posto che fu di Arbeloa, la cui esclusione è l'unica certamente ascrivibile ad una scelta tecnica. Il posto di Puyol è stato preso da Javi Martinez che cambia ruolo d'elezione, liberando un posto a centrocampo, il reparto più affollato con ben 10 giocatori, la cui grande maggioranza funge comunque da elementi offensivi. Confermati tutti i campioni del mondo in carica ad eccezione dell'infortunato Navas, il cui posto è stato preso da Koke(anche se non penso che il ballottaggio fosse proprio quello) e di Cazorla, che al Mondiale di quattro anni fa non partecipò solo perché infortunato. Infortunato lo è anche Thiago Alcantara che probabilmente sarebbe stato convocato In attacco restano solamente tre posti, occupati da Torres, Villa e Diego Costa, che nonostante i guai fisici è riuscito comunque ad ottenere un posto nei 23 a scapito di Negredo(ottimo inizio di stagione con calo finale) e di Llorente(grande stagione in un campionato nuovo ma non è bastata). La presenza di Villa e soprattutto di Torres(in parabola nettamente discendente dalla stagione 2010/2011) conferma la scelta di Del Bosque di voler puntare ad oggi sul gruppo che ha fatto grande la Spagna portandola sul tetto del mondo e stabilizzandola su quello Europeo. Gli esclusi eccellenti sono talmente tanti che se la Spagna fa una seconda selezione e la manda al Mondiale, quella sarebbe una possibile semifinalista il cui appetito verrebbe mangiando. Tenendo conto dei fattori sia tecnici, che ambientali, che istituzionali ha fatto una scelta giusta.
Il vento caldo del mondiale
Se sei un appassionato di calcio è inevitabile che ogni 4 anni di questo periodo senti crescere dentro di te un attesa, un attesa tipica del grande evento che sta per arrivare, che magari sai che dovresti riservare a cose davvero importanti ma in fondo non te ne frega un cazzo. E se invece del calcio non te ne importa una cippa, che tu sia uomo o donna, 9 volte su 10 finisci comunque per essere tirato dentro, spinto dal vento. Il vento caldo del mondiale. Il Mondiale è quello stranissimo evento sportivo in cui i tuoi nemici sportivi(ma non solo) tutto ad un tratto diventano amici, e i tuoi amici sono ancora più amici del solito. Si passano tantissime ore insieme a condividere un momento, che a prescindere dal risultato ti porterai dentro per tutta la vita. Tutti diventano contemporaneamente commissari tecnici, analisti tattici, cronisti improvvisati, scommettitori più o meno delusi, tifosi improvvisati(soprattutto tifose improvvisate) tutto a un tratto appassionati e fomentati dopo l'aver detto per una vita: "Il calcio? Che schifo" o robe simili. Tutto in un mese ipercompresso scandito dall'afa crescente, da 64 partite che vuoi vedere assolutamente e dall'insostenibile richiamo del divano davanti la tv, con qualche birra ghiacciata che certo non guasta. Il calcio è senza dubbio cambiato, di soldi ne giravano anche prima, ma adesso son diventati troppi e l'impressione che l'interesse vinca sul gioco sempre più diffusa.I Mondiali però escono da questa logica, forse per quel senso di essere tutti una cosa sola, forse perché ai Mondiali non conta il tuo fatturato o quanto guadagni, ma conta quello che sei e quanto hai da dare in quel momento. Ho deciso di aprire questo blog per provare a raccontare questo mese, analizzando la kermesse sotto tutti i profili, da quello tecnico a quello tattico passando per quello storico culturale. Lo farò assieme a quelle persone che hanno voglia di condividere un loro spunto. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e soprattutto un gran bel mondiale.
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