L'importanza, la visibilità, la "mistica" della maglia numero 10 ha avuto un ruolo importante nella storia del calcio, specie nella storia dei mondiali, dove i giocatori che l'hanno vestita, hanno scritto pagine importanti nella storia della competizione. La 10 nella storia dei mondiali l'ha vestita gente che ha contribuito a scrivere la storia della manifestazione, Maradona, Pelè, Zidane, Puskas, Platini, Rivaldo, Matthaus, Baggio, Lineker, Hurst, Kempes, Zico, tanto per citare i più mainstream. Nonostante negli anni e con la scelta del numero dal parte del giocatore, il significato tecnico in senso stretto è venuto sempre meno, il numero 10 è rimasto sinonimo di classe e talento. Vediamo quali saranno i giocatori che vestiranno il 10 in questo campionato del mondo.
Gruppo A
Brasile-Neymar: la 10 che fu di Pelè, Rivaldo e Zico. Una maglia pesante in un mondiale pesante in cui l'idea di sconfitta non deve azzardare di palesarsi nemmeno nello strato più nascosto del subconscio. Il talento del giovane brasiliano è direttamente proporzionale alla grande immaturità che lo porta a rendersi plateale e detestabile. Per far dimenticare la ferita ancora aperta del Maracanazo, dovrà mettere da parte lustrini e pailletes.
Croazia-Luka Modric: il leader tecnico, cresciuto nella Dinamo Zagabria, esploso a Londra sponda Tottenham e consacratosi a Madrid come uno dei migliori centrocampisti all-around del mondo. La Croazia pende dai suoi piedi, come pendeva da quelli di Boban nel glorioso 98, l'ultimo anno in cui la Croazia passò un girone mondiale.
Messico-Giovani Dos Santos: nei primi anni di carriera era considerato l'erede di Ronaldinho. Dopo la partenza dal Barcellona, poche luci e molte ombre. Quest'anno ha trovato continuità al Villarreal che dalla Liga Adelante è tornato in Europa. Specie considerata l'assenza di Vela sarà lui a dover prendere in mano la squadra e mettere Peralta ed Hernandez nelle condizioni di segnare.
Camerun-Vincent Aboubakar: giovane, con belle prospettive, reduce da una stagione da 16 gol con il Lorient, Aboubakar si propone di essere un'altra freccia nella faretra del fumantino Camerun con Eto'o separato in casa e i giocatori in rivolta per i premi partita.
Gruppo B
Spagna-Cesc Fabregas: non è un 10 puro ma quel numero è sulle spalle dal 2008, ovvero dall'inizio dell'epopea vincente Spagnola. E' una delle tante opzioni di Del Bosque, che su di lui ci punta il più possibile.
Olanda-Wesley Sneijder: 4 anni fa il triplete dell'Inter e un mondiale da mattatore non bastarono per il Pallone d'Oro, perché in finale fu sconfitta. Con la Spagna ci si ritrova subito nel girone e in quest'Olanda, profondamente cambiata rispetto a 4 anni fa, tocca di nuovo a lui, che 4 anni fa fu protagonista senza gloria, dirigere le operazioni.
Cile-Jorge Valdivia: un dieci romantico sudamericano. Trequartista puro tanto fine quanto incostante, è uno dei giocatori più esperti della nazionale cilena, e specie in contumacia di Mati Fernandez, sarà lui l'uomo che darà le imbeccate giuste agli attaccanti della nazionale di Sampaoli.
Australia-Ben Halloran: esterno di fascia che si è affermato nel Fortuna Dusseldorf militante in Zweite Liga nella seconda parte di stagione, è uno dei tanti giovani che fa parte della rosa di un Australia lontana dai fasti del passato, che da perdere non ha materialmente nulla. Ha appena debuttato coi Socceroos e probabilmente spera di potersi mettere in mostra.
Gruppo C
Colombia-James Rodriguez: è uno dei talenti più fulgidi dei cafeteros, che privi di Falcao, ripongono su di lui ulteriori speranze. Nel Monaco dopo un inizio un po' così si è saputo imporre, vediamo se sarà in grado di imporsi anche al mondiale.
Costa D'Avorio-Gervinho: si è rilanciato nella Roma del suo maestro Garcia dopo due anni bui all'Arsenal. Non è proprio un 10 classico, ma la sua velocità e le sue lunghe falcate possono scompaginare le difese avversarie e può essere un supporto fondamentale per far si che la Costa d'Avorio riesca a passare il girone.
Grecia-Giorgos Karagounis: assieme a Katsouranis è l'ultimo reduce rimasto del glorioso Euro 2004, di cui quest'anno ricorre il decennale. E', com'era allora, leader tecnico di una nazionale, che a ritmo di sirtaki e contrasti duri, prova a passare il girone per la prima volta nella sua storia, pur partendo da sfavorita. Sarebbe un modo meraviglioso di chiudere una storia ricca di soddisfazioni con la sua nazionale e probabilmente con il calcio.
Giappone-Shinji Kagawa: la 10 l'ha ereditata da Nakamura già 3 anni fa, quando vinse la Coppa d'Asia. La stagione appena trascorsa è stata pessima per la sua squadra e soprattutto per lui. Il mondiale rappresenta l'occasione del riscatto.
Gruppo D
Inghilterra-Wayne Rooney: dopo aver partecipato ai suoi primi due mondiali in condizioni pessime, ha finalmente la possibilità di giocare se non al meglio, quantomeno senza infortuni gravi da risolvere in fretta e furia. La sua storia con la nazionale non è stata densa di soddisfazioni e dopo l'esplosione ad Euro 2004(andato comunque male) il fenomeno dello United non è riuscito a incidere rispetto a quanto avrebbe voluto. The time is now.
Italia-Antonio Cassano: questo mondiale lo aveva perso, ci aveva rinunciato, aveva incominciato a sperarci, si è impegnato per averlo e alla fine ci è riuscito. Al terzo tentativo Totò Cassano ce l'ha fatta. Andrà giustamente al mondiale per la felicità di molti, che su di lui ripongono grosse speranze. Lo farà con la 10 che fu di Baggio e Totti, in quella che è la sua ultima chiamata per far vedere al mondo le grandi cose che ha fatto vedere in Italia in questi anni.
Costa Rica-Bryan Ruiz: la Costa Rica ha pescato male, ma la sfiga non paga, l'ha privata pure di Alvaro Saborio. Bryan Ruiz sarà capitano e leader di una selezione che pur non avendo alcun favore del pronostico, è tutt'altro che scarsa e che proverà a rendere la vita difficile a tutti. Ritrovatosi in Eredivisie(da cui si era lanciato nel Twente) dopo anni chiaroscuri in Premier, orchestrerà le operazioni offensive della selezione caraibica.
Uruguay-Diego Forlan: la sua parabola discendente è impietosamente incominciata 3 anni fa ma della Celeste quarta al mondiale 2010 e campione di SudAmerica, resta ancora uno dei leader, la cui importanza non è stata scalfita dall'ascesa di Cavani e Suarez. E proprio di quest'ultimo, attualmente in riablitazione che Forlan, che 4 anni fa fu capocannoniere e miglior giocatore del torneo, non dovrà far rimpiangere l'assenza prevista nelle prime uscite.
Gruppo E
Francia-Karim Benzema: l'attaccante del Real Madrid, che è riuscito a essere importante nella stagione della Decima nonostante la concorrenza, è al suo primo mondiale. La Francia conta molto su di lui per andare avanti e ne ha ben donde.
Svizzera-Granit Xhaka: il centrocampista di origini kosovare è un uomo di sostanza più che di qualità, un equalizzatore di centrocampo. Il mondo calcistico guarda con attenzione al giocatore del Borussia Moenchengladbach, che può mostrare di che pasta è fatto.
Ecuador-Walter Ayovi: terzino sinistro titolare, assieme a Mendez uno dei capitani di lungo corso della nazionale ecuadoregna, che si è qualificata sorprendentemente al mondiale, in cui giocherà per onorare la memoria di Chucho Benitez, scomparso l'anno scorso.
Honduras-Marvin Chavez: Giocatore di lungo corso nella MLS, attualmente ai Chivas Usa classica ala dallo scatto micidiale e di discreta tecnica, sarà il 10 dell'Honduras, che si è riqualificato senza il mondiale, come sempre, senza grandi velleità di gloria ma senza avere nulla da perdere.
Gruppo F
Argentina-Lionel Messi: il 10 per antonomasia e lui, ma da quando veste la maglia dell'Argentina le soddisfazioni sono state poche e l'eredità della maglia di Maradona con derivati annessi e connessi per la "Pulga" è sembrata più un peso che uno stimolo, e le prodezze con il Barcellona non bastano per avere la stima calcistica della tua nazione. Vincere nella terra dei rivali appare quasi impossibile, prendere definitivamente per mano la seleccion albiceleste sarebbe già un traguardo.
Bosnia-Zvjezdan Misimovic: dopo una militanza di tutto rispetto in Bundesliga, adesso è in Cina a godersi un redditizio prepensionamento, in nazionale resta però un nobile senatore, una colonna, un giocatore su cui si punta tranquillamente. La qualità dei suoi colpi è una delle tante armi di cui dispone la debuttante selezione bosniaca.
Nigeria-John Obi Mikel: lui con la classe della 10 non c'entra proprio nulla. Più che imbeccarti in porta al massimo ti può imbeccare al pronto soccorso con qualche infrazione ossea. E' comunque uno dei giocatori più rappresentativi di una Nigeria che può provare a giocarsi le sue carte per un passaggio del turno che manca dal 1998, anche se quella era un'altra nazionale.
Iran-Karim Ansarifard: praticamente sconosciuto ai più è uno dei giocatori più talentuosi del campionato iraniano. Punta centrale di stazza, dovrebbe essere a rigor di logica la riserva di Ghoochannejad, detto Gucci(e non è uno scherzo, leggere l'articolo presente sul blog sul Team Melli).
Gruppo G
Germania-Lukas Podolski: l'ascesa di giovani ragazzi terribili e talentuosi non ha minato la posizione in nazionale di "Prinz Poldi" che con la maglia della nazionale tedesca ha sempre impressionato di più rispetto alle sue prestazioni con i club(quantomeno in quelli di alto livello). Reduce da una stagione partita male(per problemi fisici) ma conclusa tutto sommato bene con l'Arsenal, rappresenta una delle possibili alternative a disposizione di Low.
Portogallo-Vieirinha: ha saltato praticamente una stagione per un grave infortunio al crociato, ma Paulo Bento ha preferito puntare su di lui piuttosto che su Quaresma e Danny, che il mondiale lo avrebbero meritato. Sarà lui il 10 della nazionale portoghese e pensare che la maglia di Rui Costa sia sulle sue spalle suona un po' stonato, ma si sa che un mondiale non è mai immune da sorprese.
Ghana-Andrè Ayew: il giocatore del Marsiglia, figlio del simbolo del calcio ghanese Abedì Pelè Ayew, partecipa al suo secondo mondiale consecutivo, dopo quello di 4 anni fa, in cui il Ghana sfiorò le semifinali e Ayew(all'epoca semisconosciuto giocatore dell'Arles) fu uno dei più positivi in assoluto. Replicare quell'impresa è difficilissimo a prescindere, figuriamoci con un girone del genere. Ayew però ormai non è più una promessa ma un giocatore rodato e proverà a farsi valere.
USA-Mikkael Diskerud: tutti ci saremmo logicamente aspettati che la maglia fosse al suo posto, sulle spalle di Donovan, ma Klinsmann inspiegabilmente(forse in delirio di onnipotenza o sotto acidi forti e tagliati male) lo ha lasciato a casa. La 10 dell'US Soccer Team va sulle spalle di Diskerud, centrocampista del Rosenborg, un giocatore fisico ma bravo sia in fase di contenimento che in fase di possesso. Un nome da seguire che raccoglie un "eredità" pesante.
Gruppo H
Belgio-Eden Hazard: quando può tiene fede al suo nome facendo giocate paradisiache. Il PSG lo vuole ed è disposto a fare follie, il Chelsea non lo molla ed il Belgio ripone molte speranze su un talento che sta venendo prepotentemente fuori.
Russia-Alan Dzagoev: è uno dei migliori talenti della nazionale russa(di cui fu, seppur a tratti, una delle poche note positive ad Euro 2012). Capello però lo vede fino a un certo punto, nel suo 4-3-3 è considerato più riserva che titolare. Se avrà i suoi spazi dovrà farsi valere perché il talento del 10 c'è.
Corea del Sud-Park Chu Young: le sue ultime tre stagioni sono state tutt'altro che indimenticabili, l'Arsenal lo ha acquistato ma non ci ha mai creduto veramente e i prestiti al Celta e al Watford non sono serviti al rilancio. Ciò nonostante la Corea del Sud punta ancora su di lui nella speranza che torni a essere il giocatore che era al Monaco.
Algeria-Sofiane Feghouli: l'esterno del Valencia, uno dei tanti giocatori nel limbo tra Francia e Algeria, ha optato per il suo paese d'origine, in controtendenza rispetto al trend che invece prevede il contrario. E' il giocatore più forte della sua nazionale e proverà a trascinarla il più lontano possibile nella manifestazione, anche se il passaggio del turno appare arduo.
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