L'Ecuador si è qualificato ai mondiali al termine di una cavalcata esaltante, in un girone, quello sudamericano, che ha registrato una totale inversione di tendenza rispetto alla Coppa America. La nazionale allenata da Rueda parteciperà così al suo terzo mondiale dopo il 2002 e il 2006. L'obiettivo della nazionale ecuadoregna è quello di provare a passare il turno per la seconda volta nella sua storia in un girone che ricorda a tratti quello del 2006, con una squadra forte(nel 2006 la Germania oggi la Francia), una di medio-alto livello(nel 2006 la Polonia quest'anno la Svizzera) e una di livello medio-basso(nel 2006 la Costa Rica, oggi l'Honduras). Pur partendo sfavorito rispetto alle due Europee, l'Ecuador proverà a farsi valere come ben ha fatto nel girone di qualificazione ai mondiali. La qualificazione sarebbe importante non per un fatto di mero prestigio, ma anche per onorare la memoria di Christian Chucho Benitez, scomparso lo scorso anno a causa di un infarto che lo ha colpito in Qatar, dove era andato a giocare, che di quelle qualificazioni è stato uno dei protagonisti fino alla sua scomparsa.
LA SQUADRA
La selezione ecuadoregna gioca con un 4-4-2 vecchio stampo, con esterni aggressivi e assetto bilanciato. E' una squadra ben strutturata fisicamente, che ha nella velocità la sua arma principale grazie alla presenza di giocatori esterni come Ibarra, Jefferson Montero e il capitano e stella della nazionale Luis Valencia, maestri nell'attaccare lo spazio in velocità grazie alla loro progressione. A centrocampo a dirigere le operazioni, Christian Noboa, uno dei giocatori più apprezzati nel Rubin Kazan che vinse in Russia per due anni di fila, oggi sempre in RPL alla Dinamo Mosca. La sostanza a centrocampo, vista la defezione di Castillo, sarà probabilmente affidata al giovane Carlos Gruezo, tostissimo mediano che gioca nello Stoccarda. Altri nomi su cui la tricolor fa affidamento sono Saritama e Mendez, giocatori di lunga militanza in nazionale. Proprio quest'ultimo che nelle due precedenti apparizioni ecuadoregne ai mondiali è stato uno tra i più positivi se non addirittura il più positivo, potrà ritagliarsi i suoi spazi. La difesa, il reparto meno forte della squadra si regge sui due pilastri Guagua e Ayovì, senatori della rosa, con Paredes, fresco di approdo al Watford di Pozzo come esterno destro, mentre per l'altro posto da centrale il ballottaggio è tra Achillier ed Erazo. L'attacco invece è sulle spalle di Felipe Caicedo, centravanti puro, molto mobile a dispetto della stazza importante, con un importante passato in Europa(ha giocato anche nel City, nel Malaga, nel Levante e nella Lokomotiv), che ha trascinato con 7 reti la Tri alla qualificazione. Caicedo vestirà la maglia numero 11 che fu del Chucho e proprio lui sarà chiamato a trascinare la nazionale e a onorare la memoria del compagno scomparso a suon di gol. A completare il reparto con ogni probabilità sarà Enner Valencia, reduce da una stagione di grazia al Pachuca in messico, ma occhio a Martinez e ad Arroyo che possono diventare alternative importanti. Pur non partendo coi favori del pronostico, l'Ecuador resta una squadra che ha elementi interessanti, un sistema di gioco collaudato e una grande dimensione di squadra, che potrebbe consentirle di sfruttare al massimo i momenti di debolezza degli avversari. Il passaggio del turno non è facile, ma è tutt'altro che impossibile.
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