Il Mondiale brasiliano sta entrando nel vivo, e tra le nazionali più interessanti ci sono senza dubbio Costa d'Avorio e Bosnia. Entrambe le squadre hanno giocato la gara d'esordio con risultati opposti, ma ricevendo uguali complimenti dal punto di vista del gioco espresso.
TRENO IVORIANO - Nel 2-1 degli Elefanti al Giappone, ottenuto in rimonta, si sono distinti soprattutto i due terzini della compagine africana. Se a sinistra però l'esperto Artur Boka non ha bisogno di presentazioni, sulla fascia opposta si è fatto largo Serge Aurier. Classe 1992, Aurier non è un volto nuovo per chi segue attentamente la Ligue 1. Gioca nel Tolosa, squadra di metà classifica che ultimamente ha lanciato molti ragazzi interessanti come Moussa Sissoko ed Etienne Capouè, e da un anno esatto (ovvero dall'esordio, giugno 2013, contro il Gambia) è entrato in pianta stabile nella selezione allenata da Sabri Lamouchi. Nato ad Abidjan, nel 2006 sbarca in Francia per entrare nelle giovanili del Lens e nel 2009 esordisce in prima squadra lanciato da Wallemme, ex gloria locale e suo estimatore. Da lì, è una continua ascesa; dopo tre anni passati tra i "sangue e oro", il passaggio al Tolosa dove oggi è diventato uno dei laterali più appetibili sul mercato per le sue doti tecniche e fisiche. Laterale destro di ruolo ma estremamente versatile, è infatti capace di giocare anche sull'altra fascia, al centro della difesa, meglio se da marcatore in una difesa a tre, e nello stesso schema anche da centrocampista di fascia.
E' un giocatore dotato di enormi doti fisiche: velocità, corsa, fondo, resistenza, potenza, elasticità, velocità, alternate a aggressività, posizionamento, visione di gioco, gioco di squadra, temperamento.
A questo si aggiunge una buona tecnica, sia nel controllo di palla in corsa e in dribbling, sia nel calcio, soprattutto di destro: è infatti un'ottimo crossatore (suoi i due assist per la vittoria all'esordio brasiliano) e tiratore, sia di interno che di esterno. Il sinistro non ha certamente la stessa efficacia ma sufficiente per poter essere utilizzato e creare quindi maggiore imprevedibilità e facilità nel trovare lo spazio per il cross.
Quello che forse sorprende di più in questo giocatore, perché non comune nel giocatori di fascia, è l'elevazione capace di sopperire quasi del tutto ad un altezza non da primato , rendendo il giocatore utile sia nelle giocate da fermo difensive , sia in quelle offensive, dove si è già segnalato per qualche gol di testa.
Bravo ad attaccare, con qualità, tecnica e fantasia, ma bravo, bravissimo anche a difendere tanto che può tranquillamente fare il centrale d'emergenza , senza sbavature.
L'ASCESA DEL PULCINO - Alla vigilia del match contro l'Argentina, il tecnico bosniaco Susic non ha avuto dubbi. Per arginare la Pulce (Messi), ci va un Pulcino. E' proprio questo il soprannome di Muhamed Bešić, difensore centrale ma centrocampista all'occorrenza. Come contro l'Albiceleste: "E' l'unico in grado di marcare Messi - ha detto Susic alla vigilia - perchè è un ragazzo sveglio e in Ungheria sta facendo molto bene". E poco importa se poi il 10 argentino a metà ripresa si inventa la giocata decisiva, perchè per i restanti 89 minuti la gara del bosniaco è stata quasi perfetta. Bešić, di bosniaco, ha solo le origini e la grande voglia di difendere i colori della nazionale slava; infatti è nato in Germania, a Berlino, dove i genitori si rifugiarono dopo il terribile scoppio della guerra nei Balcani. Nel 2010, poco dopo aver compiuto 18 anni, l'Amburgo lo tessera prelevandolo da un piccolo club della capitale, e dopo averlo fatto esordire in prima squadra, nel 2012 lo taglia inspiegabilmente. "Motivi comportamentali": questo sembrava esserci dietro la risoluzione contrattuale tra il ragazzo ed il club del nord della Germania; così il suo agente gli consiglia di andare al Ferencvaros, dove il campionato di livello basso potrebbe aiutarlo ad esprimersi con continuità. Lui fa la scelta giusta, gioca spesso e si disimpegna in mezzo alla difesa di uno dei club più blasonati del pianeta magiaro. Durante le ultime qualificazioni mondiali ha poi iniziato a far parte della Bosnia, dove - con ieri sera - ha collezionato otto gettoni di presenza. Destro, veloce e brevilineo, Bešić possiede una dicreta visione di gioco per essere un centrale difensivo e non disdegna le sortite offensive per andare al tiro. Mostra grinta da vendere (chiedere informazioni proprio a Messi, asfaltato da dietro a pochi minuti dalla fine), dentro e fuori dal campo: è un giocatore ideale per una selezione che sul carattere ha forgiato i suoi punti di forza. Con il suo club ha appena rinnovato il contratto, ma con una buona offerta potrebbe diventare un'interessante occasione di mercato.
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