giovedì 5 giugno 2014

LE PARTITE STORICHE: Messico 1986, Malvinas-Falkland 2-1

PREMESSA

Il calcio è un gioco e i Mondiali di calcio sono il momento in cui il gioco raggiunge il suo apice. Molto spesso però nella storia della competizione, ci sono state partite che andavano oltre il gioco. Non è più un fatto di pallone, di gol o non gol, specie se ad affrontarsi sono due nazionali, che quattro anni prima si erano trovate contro con ben altro tipo di schieramento in un arcipelago dell'Oceano Atlantico, su cui avevano avuto nei 150 anni passati "piacevolissimi scambi di opinione basati su stilnovistica tenzone". Quell'arcipelago gli Argentini lo chiamano Malvinas, ma gli inglesi e il mondo politico lo conoscono come isole Falkland.



1982: La guerra delle Falkland


Nel 1982 l'Argentina è presieduta da un generale, Leopoldo Galtieri, la cui politica di fatto proseguiva sulla strada tracciata da Jorge Videla, il primo dittatore che si era insediato nel 1976. Una politica dittatoriale, repressiva, soffocante e antidemocratica. Quel periodo passerà alla storia argentina e mondiale, come "La Guerra Sporca", il governo reprime ogni forma di possibile dissenso facendo uso di qualunque mezzo, la migliore delle ipotesi è la tortura, la peggiore è la morte, la morte non dichiarata. Alla fine dei 7 anni i desaparecidos(scomparsi) saranno 30.000, tutti oppositori, quasi sicuramente tutti morti. L'Argentina del 1982 vive ancora in quel clima e alla grande repressione si aggiunge una grande depressione nel senso più onnicomprensivo del termine. Il governo non ha molto consenso e difficilmente si può reprimere la fame di una nazione intera. Galtieri, che aveva deposto Viola, ovvero colui che depose Videla, alla fine del 1981, decide che l'unico modo per rilanciare il consenso e l'economia in un paese a scatafascio è quello di prendere in maniera riconosciuta e definitiva il possesso delle Malvinas. Le Malvinas sono un arcipelago piccolo situato nel Mar Argentino, non molto distante dalla Terra del fuoco. Il mondo però le conosce come Isole Falkland, in quanto nel 1833 un avamposto inglese rispedì a casa i coloni mandati li dal governo argentino indipendente, e piantò la sua bandiera, facendo di queste piccole isole una propria colonia. Le Malvinas depredate divenute Falkland divennero così un avamposto navale inglese, che ebbe una sua importanza anche in un episodio della prima guerra mondiale in una battaglia navale avvenuta li tra Germania e Inghilterra nel 1914, con i tedeschi respinti con abbondanti perdite. Inoltre si ritiene che le Falkland abbiano un ricchissimo sottosuolo, il che potrebbe spiegare l'enorme "affetto" che provano gli inglesi e l'enorme "bisogno" che hanno gli argentini.  Sta di fatto che nel 1982 un sempre meno amato Galtieri passa dalle parole ai fatti. E' il 2 Aprile 1982 e l'Argentina prova a far tornare a casa le Malvinas. Galtieri manda un contingente di dilettanti allo sbaraglio ad occupare la zona. La risposta dell'Inghilterra, comandata a quel tempo da Margaret Thatcher, la lady di ferro, tanto risoluta e pragmatica quanto controversa si fece attendere una ventina di giorni, il tempo di organizzare la spedizione e di riprendere la Georgia del Sud, altro arcipelago conteso, un po' più distante delle Falkland. La Marina Militare inglese è nettamente più attrezzata e preparata dei soldati argentini mandati allo sbaraglio. Dopo due mesi e mezzo di ostilità di cui uno e mezzo di vero e proprio scontro l'Argentina si arrende incondizionatamente. Le Falkland restano Falkland, in quello che oggi è considerato l'ultimo atto di quel colonialismo che tanto si è cercato di combattere. Galtieri tra una sicura deposizione e le dimissioni scelse la strada più indolore. La fine della dittatura militare sarebbe arrivata solamente un anno dopo. Comunque senza le Malvinas.

22 Giugno 1986: ci vediamo all'Azteca

4 anni dopo la fine delle ostilità nelle Isole Falkland in Messico si giocavano i Mondiali di Calcio. A quel mondiale partecipavano contestualmente Inghilterra e Argentina. I primi, passano agevolmente il girone con Italia, Bulgaria e Corea del Sud, vincendo due partite e pareggiandone una, per poi regolare l'Uruguay di misura con gol della bandiera leccese Pedro Pasculli. Leader indiscusso di quella squadra il fantasista del Napoli Diego Armando Maradona, attorno un supporting cast buono ma non ottimo. L'Inghilterra invece fa fatica, viene battuta dal Portogallo, pareggia con un sorprendente Marocco, ed è chiamata a giocarsi il tutto per tutto contro la Polonia nell'ultima partita del girone. Entra in scena Gary Lineker punta centrale del Barcellona che fu anche di Maradona, che ne segna 3, cancellando il segno 0 alle voci gol fatti dell'Inghilterra e facendo qualificare come seconda una squadra che rischiava di non arrivare nemmeno tra le migliori terze. Viene evitato il Brasile, l'avversario è un gagliardo ma più abbordabile Paraguay, che viene regolato con un altro 3-0, il gol di apertura e di chiusura del match li firma Lineker, che se c'è una palla morta nel dubbio la mette dentro, quello di mezzo lo segna Beardsley. Entrambe passano ai quarti di finale, ed essendo nello stesso lato del tabellone si incontreranno il 22 giugno all'Azteca di Città del Messico, a quattro anni e due giorni di distanza dalla fine della guerra nelle Falkland. In palio non ci sono le sorti di un isola e di una nazione, semplicemente un passaggio del turno in una coppa del Mondo, si gioca 11 contro 11 in partenza, ad armi pari. Ci vediamo all'Azteca.

La partita 

L'Azteca è gremito in ogni ordine di posto, si contano 110 mila persone. L'Argentina di Bilardo si schiera con un 4-4-2 con Pumpido in porta, difesa composta da Brown libero, con Cuciuffo e Ruggeri stopper, sulle fasce a destra va Giusti a sinistra Olarticochea, gli intermedi sono Burruchaga ed Enrique, Maradona da dieci e Valdano di punta. L'Inghilterra di  Bobby Robson risponde con un 4-4-2 con Shilton in porta, in difesa da destra verso sinistra Stevens, Butcher, Fenwick e Sansom, a centrocampo da destra verso sinistra Steven, Reid, Hoddle e Hodge, in attacco Beardsley e Lineker. Il primo tempo vive di qualche sussulto. Quelli argentini portano la firma di Maradona, in evidente giornata di grazia, che salta tutto quello che trova e si rende pericoloso su punizione. Ma l'occasione più pericolosa l'ha l'Inghilterra con Beardsley che si trova la palla al piede dopo una papera di Pumpido, lo dribbla sull'out di destra ma trova solo l'esterno della rete. Nel secondo tempo la partita si infiamma e si sblocca con un episodio storico e controverso. Maradona avanza palla al piede come al solito senza possibilità di fermarlo, scarica su Valdano che controlla male, l'anticipo di Hodge si trasforma in un assist a campanile per Maradona che si trova in uscita Shilton a cui rende 15 centimetri e l'unico modo per anticiparlo è mettere la mano. La palla entra, Maradona guarda verso il guardialinee che non fa un cenno, Bennaceur, l'arbitro va verso il centrocampo inseguito da Hoddle e Fenwick che gli urlano di tutto, ma non servono a nulla. E' il cinquantunesimo e l'Argentina è in vantaggio con quella che verrà definita "La mano de dios". Maradona già in stato di grazia, dopo quel gol irregolare contro il nemico inglese, diventa inafferrabile e gli inglesi lo scopriranno bene 4 minuti dopo. Maradona partendo dalla sua mediana manda Beardsley e Reid al bar, quest'ultimo non molla ma Maradona va troppo veloce, arriva Butcher saltato secco, viene incontro Fenwick bevuto ed esce Shilton, saltato anche lui. A quel punto Maradona la deve solo appoggiare in rete, arriva Butcher a tutta forza ma il tiro è già partito. 2-0 al cinquantacinquesimo, una prodezza che varrà il titolo di "Gol del secolo". L'Inghilterra subisce due colpi dall'impatto terrificante, e prova a rialzarsi con una punizione rabbiosa di Hoddle sulla quale Pumpido si fa trovare pronto, riscattando la paperona del primo tempo. Bilardo sta benissimo così e decide di mettere dentro Tapia, un palleggiatore per Burruchaga, senza snaturare troppo la squadra. Robson per cambiare le cose  si affida all'estro di due ali: Chris Waddle, entrato al posto del mediano Reid e successivamente di Barnes entrato al posto di Steven. Ed è  proprio Barnes, l'ala del Liverpool a scompaginare i piani difensivi di un Argentina che incomincia a sentire un po' di stanchezza. Su iniziativa dello stesso Barnes, che salta secco Henrique e Giusti, crossa in mezzo e trova Lineker che insacca senza farsi troppi problemi come sempre. 2-1 a nove minuti dalla fine. L'Argentina però non ci sta, questa partita non si può perdere e reagisce subito, ma il buono spunto del subentrato Tapia si infrange sul palo. Gli inglesi ormai ne hanno pochissima di benzina, ma come sempre la mettono tutta e sempre su iniziativa di Barnes hanno l'occasione per pareggiare. L'anglo-giamaicano si invola sulla fascia sinistra la crossa in mezzo per Lineker che di testa è una garanzia, ma un difensore argentino lo anticipa con tutta la forza che ha, e quel difensore si chiama Brown, l'unico argentino col cognome inglese. L'Argentina alla fine vince, passa il turno e vendica le Malvinas nel modo più incredibile possibile, prima con un gol di mano, e poi con un gol di puro genio. Quella partita rappresentò il momento in cui l'Argentina capì che poteva vincere quel mondiale. Che infatti vinse.


Ai giorni nostri

E le Falkland? Non hanno mai cessato di far discutere e sono ancora oggi oggetto del contendere tra le due nazioni. L'anno scorso è stato indetto un referendum per decidere se le Falkland dovessero restare Falkland o dovessero passare sotto dominio argentino. A vincere sono stati i si, favorevoli a restare in orbita inglese con un 98,8 % che ha lasciato adito a pochi dubbi. Le Falkland sono inglesi. Ma quel giorno, vinsero le Malvinas 2-1.

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