mercoledì 11 giugno 2014
LE SQUADRE-Cile, c'è la qualità ma il girone è duro. E poi Vidal....
Il Cile si ripresenta dopo 4 anni alla fase finale dei mondiali. La formazione allenata da Sampaoli senza dubbio gioca bene, ha giocatori importanti, ma è attesa da un impegno tutt'altro che facile. Sorteggiata nel complesso gruppo B per il passaggio del turno dovrà vedersela con le finaliste uscenti Spagna e Olanda, non proprio una passeggiata di salute. Da un lato c'è la sensazione che il Cile disponga della qualità giusta per avere ragione quantomeno dell'Olanda, dall'altro l'impressione che le frecce in faretra non siano sufficienti per passare questo girone, ma che con un altro tipo di sorteggio questa squadra avrebbe potuto fare un buon cammino.
PREGI E DIFETTI DELLA ROJA
Gli elementi che hanno reso e che rendono il Cile una squadra interessante da seguire da anni sono parecchi, sia dal punto di vista individuale che dal punto di vista dell'assetto in campo, specie nell'era Sampaoli. Punti di forza della nazionale cilena in questo ciclo sono il centrocampo, pieno di agonisti dalle caratteristiche differenti come Medel(che però a questo giro ha giocato più in difesa), Carmona, Aranguiz e Arturo Vidal. Sostanza che si accompagna alla qualità dei giocatori offensivi, siano questi creativi come Valdivia o funamboli e imprevedibili come Vargas e Nino Maravilla Sanchez. La duttilità di molti dei giocatori disponibili ha consentito inoltre a Sampaoli di costruire una squadra multitask, in grado di giocare diversi sistemi, anche tetragoni tra essi quantomeno dal punto di vista dell'impostazione tattica, come si è visto nel percorso di qualificazioni e nelle tappe preparatorie al mondiale, passando con facilità da un sistema di difesa a 4 a uno a 3 con annessi cambiamenti anche offensivi. Ma non è tutto rose e fiori a cominciare dalla difesa, dove manca un leader difensivo autentico e in generale uno stopper di buona caratura, cosa che ha spinto Sampaoli a riciclare Medel come centrale, con risultati tutto sommato buoni pur essendo evidente che il ruolo d'elezione non è quello. Va un po' meglio con i terzini dove oltre a Isla, reduce da annate non brillanti ma rodato ad alti livelli, si segnala la presenza di Albornoz del Malmo, terzino destro di origine scandinava che in Svezia ha fatto bene e che può essere un nome da seguire. Inoltre mancherà Mati Fernandez, giocatore molto scostante ma ben inserito nei meccanismi offensivi che poteva essere di più che un alternativa importante. Così e così anche le punte, perché i tanto attesi eredi di Salas e Zamorano ancora non sono arrivati e l'assenza del "Chupete" Suazo, non proprio un ariete, ma uno dei decani e goleador della Roja, rischia di pesare. L'unica prima punta convenzionale è Pinilla, benino ma non bene negli ultimi anni, dove tra guai fisici e rendimento discontinuo ha confermato il motivo per cui non è esploso del tutto. A completare il reparto l'esperto Paredes del Colo Colo e Orellana del Celta, che comunque è un esterno. Inoltre c'è da valutare la condizione di Vidal, stella della squadra assieme a Sanchez, reduce da due mesi di stop. La sua salute tiene in appresione i cileni, che vorrebbero vederlo in campo, e la Juventus che non vorrebbe ritrovarselo un catorcio per l'inizio della stagione. E' rientrato pochi giorni fa contro l'Irlanda del Nord, le sue condizioni non sembrano ottimali e questo è un altro fattore che può incidere.
CONSIDERAZIONI FINALI
In un altro girone il Cile si sarebbe qualificato tranquillamente agli ottavi e con un po' di fortuna anche ai quarti. In questo girone il vantaggio è dato dal non aver nulla da perdere ma aldilà di ogni merito personale per passare ci sono delle conditio sine qua non. Ovvero o che la Spagna, appagata da tutto quello che è riuscita a vincere, arrivi in piena indigestione oppure che il 3-5-2 5-3-2 varato da Van Gaal in contumacia Strootman per la sua Olanda non funzioni come sperato. Altrimenti andare avanti sarà difficile.
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