Johannesburg 11/07/2010. Spagna e Olanda si affrontano nella finale dei mondiali. In quella che è stata una delle finali contenutisticamente più povere della storia recente del calcio a spuntarla è la Spagna che a 4 minuti dalla fine dei supplementari trova il gol con "l'hombre della historia" Iniesta. Son passati quattro anni e le due squadre si ritrovano subito nella fase a gironi. E' la prima volta in assoluto che due finaliste uscenti si affrontano nella fase a gironi del mondiale successivo. A distanza di quattro anni nettamente diverse sono le istanze tecniche. La Spagna, guidata sempre da Del Bosque, si è riconfermata campione d'Europa, ha mantenuto per quel che era possibile quella squadra, implementando comunque ottimi giocatori e lasciando a casa tantissimi altri buoni giocatori perché al mondiale si va sempre in 23. Di quell'Olanda invece è rimasto pochissimo, solo un drappello, che però è quello dei giocatori più rappresentativi e talentuosi, in panchina non c'è più Van Marwijk, che ha fatto fiasco all'Europeo, ma Louis Van Gaal, e la squadra è infarcita di tanti giovani di prospettiva, seppur relativamente inesperti. Momenti calcistici differenti per due squadre che partono da favorite nel loro girone ma che si devono guardare da un rampante Cile.
SPAGNA: LA DIFESA DEL TITOLO PARTE DA QUI
La selezione iberica è inevitabilmente tra le favorite al titolo ed è seriamente candidata a raggiungere Italia e Brasile tra le squadre che il mondiale lo hanno vinto per due volte consecutive. Non è chiaro se Del Bosque voglia mantenere l'impianto di gioco basato per sommi capi sul tiki-taka, oppure cambiarlo per provare ad attaccare in maniera più diretta. Ha comunque tante frecce in faretra per decidere come impostare la squadra, ma la sensazione è che voglia quantomeno in partenza non discostarsi troppo dal trend tecnico con più palleggiatori-incursori possibili, mantenendo dunque il 4-3-3 ombra con Iniesta e Silva accanto a Diego Costa, brasiliano di nascita che alla fine dopo mille peripezie fisiche precedute da mille peripezie burocratiche giocherà il mondiale da titolare. Nessun dubbio a centrocampo, dove viene confermato il doppio playmaker con Xavi e Xabi Alonso con Busquets a fare da equalizzatore. In difesa sicuri del posto da sinistra al centro Jordi Alba, Sergio Ramos e Piquè, bisognerà capire chi sarà il terzino destro, e qui la sfida è tra Azpilicueta(favorito) e Juanfran(che a rigor di logica dovrebbe essere titolare). Tutto ricomincia dunque da dove era finito: la difesa del titolo parte da qui.
OLANDA: TRINCEA O NO?
La perdita di Strootman è stata la più grave che Van Gaal e la selezione olandese potesse subire, perché è un equalizzatore di centrocampo come pochi, ha corsa, senso del posizionamento in fase di non possesso e il primo tocco a iniziare l'azione. Non c'è effettivamente nessuno in grado di sostituirlo. Van Gaal sa di avere a disposizione buon talento offensivo, ma sa anche bene che per usarlo al massimo e senza rischi non può sbilanciare la squadra. E allora nelle ultime uscite pre mondiali contro Ecuador e Ghana ha varato un 5-3-2 con difesa blindata da tre stopper, due palleggiatori a centrocampo e il doppio attaccante per avere maggiore profondità. I risultati sono stati tutto sommato buoni, sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista dell'equilibrio ma nel calcio del XXI secolo e del nuovo millennio fatto di moduli speculari e tanti giocatori d'attacco, giocare a 5 potrebbe costringerti a giocare di rimessa, e la parola rimessa con la parola Olanda non ha grande fusion. Tornare all'antico, con un modulo speculare più congruo per l'idea olandese di calcio, fatta più di palleggio rapido e attacco alla profondità, con il 4-2-3-1, ovvero il modulo che incarna l'essenza del calcio attuale. Le certezze si chiamano Van Persie(acciaccato) Robben(punta nel 5-3-2 esterno destro nel 4-2-3-1) e Sneijder, i leader tecnici che quattro anni fa c'erano e De Jong, che quattro anni fa c'era anche lui ma che un leader tecnico proprio non è. In porta dovrebbe essere scelto il portiere dell'Ajax Cilliesen che vince il ballottaggio con Krul e Vorm. In difesa tutti gli occhi del mondo sono su Stefan De Vrij del Feyenoord che dovrebbe essere sicuro del suo posto di stopper accanto a Vlaar, i terzini saranno Janmaat e Daley Blind dell'Ajax che fu del padre Danny. A centrocampo nella zona per affiancare si prospetta sfida tra De Guzman dello Swansea e Clasie, anche lui del Feyenoord. La vera "sfida" che deciderà l'assetto è quella tra Martins Indi, altro centrale del Feyenoord e Jeremain Lens, esterno destro della Dinamo Kiev. Trincea o no? Questo sarà il dilemma che ci accompagnerà prima del fischio di inizio.
OCCHIO A..
La partita può offrire parecchi spunti tattici interessanti, e sarà importante per capire con quale impostazione la Spagna vuole affrontare questo mondiale. Da seguire soprattutto sarà la partita di Diego Costa, perché sarà lui, punta che con il tiki-taka non si sposa molto, a dare la misura tecnico-tattica di questa Spagna. L'attaccante ispano-brasiliano, oggi in odor di Chelsea, non arriva al mondiale in condizioni ottimali, ma ha fatto di tutto per esserci ed esserci con la maglia della nazionale spagnola. Se reggerà la pressione fisica è un arma pericolosa. Occhio però anche ai giocatori olandesi, soprattutto se giocherà Jordy Clasie, che con la sua mobilità tra le linee può scompaginare la lenta mediana spagnola. Altro giocatore che potrebbe quantomeno subentrare da tenere d'occhio è Memphis Depay del PSV, classe 1994, specialista in dribbling secco e sabbonge, che con squadre lunghe e stanche può anche incidere in maniera sostanziale.
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